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PRECINEMA

Il Mito della caverna di Platone

Ombre cinesi

Colonna Traiana

 

I PRIMI APPARECCHI

Lanterna magica

Camera oscura /camera ottica

Il Mondo nuovo

Il taumatropio

Il Fenachistoscopio

Stereoscopio

Il cineografo

Zootropio

Prassinoscopio

Teatro ottico

Kaiserpanorama fotografia in movimento 

 

L’INVENZIONE DALLA FOTOGRAFIA

L’invenzione della fotografia

Fucile fotografico

Kodak foto

Kinetoscopio

 

L’INVENZIONE DEL CINEMA

Il cinematografo Lumiere. La prima proiezione

Gli errori sono spunti per nuove scoperte

Invenzioni per il futuro - Il cinema di Méliès

I primi produttori

 

LINGUAGGI CINEMATOGRAFICI

Nascita di un linguaggio

Narrazione cinematografica

Il cinema classico

Il cinema muto hollywoodiano

Cinema d’avanguardia in Europa

Europa dell’est

 

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CINEMA CHE PARLA E SI COLORA

Il cinema sonoro

Il cinema che parla

Il cinema si colora

 

L’ETA’ D’ORO

Anni ‘40

Cinema neorealista

Un oscar speciale

Anni ’50

Il ’68 nel cinema

Cinematografie emergenti

La Nouvelle Vague in Francia

I grandi maestri

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XX SECOLO

Sfida alle convenzioni

Ritornano i kolossal

Produzioni d’autore

Oltre il neorealismo

Anni ‘80

Gli anni novanta 

Il cinema digitale

Digitalizzazione dei film

Pellicola o Digitale?

Il cinema nel XXI secolo

Alle origine del linguaggio visivo

che ha portato alla nascita del Cinema

PRECINEMA

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L’idea cinematografica ha accompagnato l’uomo fin dalle sue origini. 

Nell’arte paleolitica l’uomo “proiettò” indelebilmente sulla roccia la prima forma di “messa in scena” cinematografi raffigurando storie di caccia, rituali, raffigurazioni umane e animali.

 

Nell’allegorico Mito della caverna di Platone le immagini di cui si serve il filosofo, agli occhi di noi moderni, sembrano alludere profeticamente allo spettacolo cinematografico, ipotizzando che i prigionieri della caverna altri non siano che degli spettatori rinchiusi in un cinema.

I bassorilievi della Colonna Traiana a Roma che rievocano i momenti salienti della conquista della Dacia (l’attuale Romania) non sono come dei fotogrammi su una pellicola?

 

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la colonna traiana

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Lo spettacolo delle ombre cinesi viene tradizionalmente fatto risalire al II secolo a.C., di cui una probabile filiazione sono state le ombre giavanesi, ma il filosofo Mozi aveva già osservato e messo per iscritto il fenomeno della proiezione capovolta di un paesaggio esterno se filtrata in una camera oscura attraverso un piccolo foro (stenoscopia).

 

La lanterna magica risale al 1646, quando il padre gesuita Athanasius Kircher la incluse nel libro Ars Magna Lucis et Umbrae anche se lo strumento doveva essere già noto alle corti europee, importato forse dalla Cina tramite la mediazione degli arabi.

Nel 1678, in Italia, l'ottico don Matteo Campani l'avrebbe costruita.

Lo spettacolo della lanterna magica, da paragonare al moderno proiettore di diapositive, è il più diretto antenato della proiezione cinematografica, e continuò ad essere praticato anche dopo l'invenzione del cinema. I disegni da mostrare venivano inseriti in un apposito alloggiamento della macchina, che li proiettava su una parete o su uno schermo appositamente predisposto.

 

La camera oscura, detta anche camera ottica fu descritta da Leonardo da Vinci nel 1515 nel Codice Atlantico.

Era un dispositivo ottico composto da una scatola oscurata sulla cui parete frontale si trovava un foro dotato di lente. La luce, attraversandolo, proiettava sulla parete opposta l’immagine capovolta di ciò che si trovava all’esterno. 

Leonardo non ne fu l’inventore, ma lo perfezionò e se ne servì per disegnare edifici e paesaggi “copiandoli” dal vero. 

 

Il Mondo nuovo (1700 e il 1800) trovò uso e diffusione nelle feste di paese, dove gli ambulanti, a pagamento, mostravano alle persone "vedute ottiche", stampate su carta e colorate a mano, retro-illuminate da una candela.

 

Nel 1824 fu inventato il taumatropio, un apparecchio composto da un dischetto di cartoncino, fissato a due fili e disegnato da entrambe le parti con soggetti destinati a integrarsi a vicenda. facendo girare velocemente il disco (1/25 di secondo), le immagini si sovrapponevano creando così l'illusione di movimento.

 

Il Fenachistoscopio (1833) consisteva in una ruota, fissata al centro su un manico e in grado di ruotare su se stessa. Sulla ruota, a intervalli regolari, venivano praticate delle fessure attraverso cui poter guardare e, sul lato interno venivano disegnate delle immagini, anche queste a intervalli regolari; uno specchio su cui proiettare le immagini completava il tutto. La grande novità del fenachistoscopio stava nel fatto che l'illusione sfruttava il fenomeno della persistenza della visione che, ancora oggi, sta alla base della visione filmica e rappresenta il più diretto antenato della pellicola cinematografica.

 

Uno dei dispositivi ottici più diffusi nei salotti ottocenteschi fu lo stereoscopio, strumento ottico a forma di "mascherina" o "binocolino" e dotato di lenti, o di specchi, per la visione di immagini stereoscopiche.

LANTERNA MAGICA, THAUMATROSCOPIO E FENACHISTOSCOPIO

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Il cineografo (oggi conosciuto anche con il termine flip book), commercializzato già nel 1868, era una sorta di libro tascabile i cui fogli si facevano scorrere velocemente tra le dita. La sovrapposizione delle immagini dava l'illusione del movimento.

 

Con lo zootropio (William George Horner, 1834) si disegnava su un foglio di carta una serie di immagini (come oggi per i cartoni animati). La striscia così ottenuta veniva posta all'interno di un tamburo il cui movimento rotatorio, dava l'illusione del movimento. 

Attraverso un sistema di specchi si proiettavano anche immagini su uno schermo. 

Lo svantaggio era che le strisce erano necessariamente brevi e limitavano la narrazione.

 

Il Prassinoscopio permetteva la proiezione di immagini, disegni, animati (Charles-Émile Reynaud, 1876)

Versione evoluta dello zootropio, nel quale sostituisce le feritoie attraverso cui visualizzare le immagini, con una serie di specchi posizionati a 45°, in modo da riflettere le immagini verso l'osservatore, permettendo di visionare immagini più chiare rispetto a quelle offerte dallo zootropio. Le proiezioni avevano la durata massima di un minuto. Di questi cortometraggi ce ne è pervenuto integro solamente uno, l'Autour d'une cabine.

AUTOUR D'UNE CABINE - eMILE REYNAULD

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Sempre ad opera di Charles-Émile Reynaud nel 1888 venne presentato il teatro ottico per la visione delle sue pantomime luminose e utilizzato per la prima volta in pubblico al museo Grévin di Parigi nel 1892. È stato il primo spettacolo di immagini in movimento proiettate a un pubblico in cui Reynaud utilizzò una serie di rumori associati alle azioni dei personaggi animati, creando una vera e propria colonna sonora di effetti speciali.

Théâtre Optique d'Émile Reynaud.
Museu del Cinema

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Il Kaiserpanorama era un dispositivo ottico, uno speciale tipo di stereoscopio destinato alla visione collettiva di stereogrammi, brevettato da August Fuhrmann nel 1890 e in uso in Germania tra il 1880 e gli anni venti del XX secolo.

Per avere le prime immagini in sequenza si arriva al 1878. Edward Muybridge, pioniere della fotografia in movimento collocò macchine fotografiche a distanze regolari, i cui scatti potessero essere azionati da fili di lana tesi, che un cavallo in corsa tirava incontrandoli su un percorso.

STUDIO DI MUYBRIDGE SUL MOVIMENTO

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L’invenzione della fotografia rappresentò un fondamentale passo in avanti verso quella del cinema. 

Come ogni grande invenzione dell'uomo, spesso non si può fare riferimento ad un singolo inventore, ma piuttosto a una serie di contributi provenienti da persone disparate, che vengono nel tempo ottimizzati e standardizzati da un'unica persona, che prende la maggior parte del merito.

Nel caso della fotografia il vero inventore è Joseph Nicéphore Niépce, ricercatore francese che deve la sua notorietà per essere stato l'autore del primo scatto fotografico dal titolo: Veduta della finestra a Le Gras. Fiissata su una lamina metallica, fu necessaria un’esposizione di circa otto ore per realizzarla.

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Joseph Nicéphore Niépce

https://www.youtube.com/watch?v=b9cIwC_g4XI

 

L’invenzione della fotografia apriva il campo a possibilità del tutto nuove. Se era possibile riprodurre su una lastra fotografica la realtà, si poteva pensare a strumenti in grado di scattare una serie di foto così vicine nel tempo da registrare il movimento. Si poteva utilizzare poi la pellicola così ottenuta al posto delle strisce di carta per proiettare quanto ripreso in precedenza.

Quest'idea ispirò il fucile fotografico di Étienne-Jules Marey che sfruttando il meccanismo utilizzato a quel tempo dai fucili più moderni riusciva a scattare 12 foto al secondo. La sua Onda (1888) è il più antico documento di fotografia in movimento pervenutoci. Ma il vero problema di Marey come di tutti gli altri pionieri del cinema non consisteva tanto nel riuscire a scattare foto in rapida sequenza, quanto nel trovare il meccanismo per proiettare e rendere fruibile al pubblico il movimento.

 

Étienne-Jules Marey: La Vague (1891)

https://www.youtube.com/watch?v=9IW1iYtylsk

 

 

Nel 1888 George Eastman ideò un apparecchio fotografico, che chiamò Kodak, capace di impressionare rulli di carta sensibile.

Questo permise di sfruttare il fenomeno della persistenza delle immagini sulla retina potendo fissare le immagini non più su supporti rigidi come lastre di vetro o di metallo, ma su supporti flessibili, meno fragili, che potessero scorrere con facilità all’interno di un proiettore.

 

Nel 1891 Thomas Alva Edison brevetta il kinetoscopio una sorta di grande cassa sulla cui sommità si trovava un oculare; lo spettatore poggiava l'occhio su di esso, girava la manovella e poteva guardare il film montato nella macchina su rocchetti. 

L’invenzione di Edison veniva portata nelle fiere o in stanzoni appositi e la si poteva utilizzare dietro pagamento di un biglietto.

KINETOSCOPIO (EDISON, 1894-1896)

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EXITING THE FACTORY LUMIÈRE (1895)

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L'INVENZIONE DEL CINEMA

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Cinematografo Lumière. La prima proiezione

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Nel1894 Antoine Lumière, padre di Auguste e Louis, proprietari di una delle più grandi aziende europee di prodotti fotografici, suggerisce ai suoi figli di lavorare ad un apparecchio simile a quello di Thomas Alva Edison e del suo kinetoscopio ma le cui immagini potessero essere proiettate in pubblico. I Lumière progettano la loro macchina per utilizzare pellicola 35mm e per non essere accusati di contraffazione, scelgono un sistema di perforazione delle pellicole diverso da quello di Edison. Ispirato dalla macchina da cucire di sua madre, Louis Lumière escogita un meccanismo capace di far avanzare la pellicola ad intermittenza.

Il cinematografo dei fratelli Lumiere è una macchina estremamente più pratica e maneggevole rispetto al kinetografo di Edison: piccola e leggera, non ha bisogno di essere costantemente alimentata da corrente elettrica, può essere trasportata in strada, tra la gente e basta sostituire alcuni pezzi per trasformarlo in proiettore.

Il primo film ad essere proiettato fu L’uscita dalle officine Lumière. Girato il 19 marzo 1895 a Lione. Quarantacinque secondi di film che mostrano operai in uscita dopo il lavoro. Fu il primo dei film girati con il cinematografo.

 

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Errori, spunti per nuove scoperte

 

Dai fratelli Lumière viene prodotto "Giardiniere innaffiato”,  il primo film di finzione che divenne fin da subito popolare.

C’è da chiedersi se gli spettatori di allora fossero coscienti o meno che quel film fosse una messa in scena, ma di certo, quando lo spruzzo d’acqua colpiva il volto dell’uomo, nella sala esplodeva il riso.

 

"Giardiniere innaffiato" (1895) di Auguste e Louis Lumière

https://www.youtube.com/watch?v=JyFlf5_NNPE

 

Altri film dei Lumière destinati a divenire celebri furono  L’Arrivo del treno alla stazione di La Ciotat (1896) e Demolizione di un muro (1896). Durante la proiezione di L’arrivo del treno alcuni spettatori fuggirono dalla sala temendo che il treno li investisse.

Non erano ancora le storie o il modo di raccontarle a colpire il pubblico ma, come abbiamo detto, l’impressione della realtà. 

Commettendo l’errore di riavvolgere il film senza spegnere la lanterna del proiettore, i Lumière scoprirono l’effetto reverse: In Demolizione di un muro, le macerie del muro saltavano su e andavo a ricomporsi nella loro struttura originale. Decisero di esibire così questo film: al termine della proiezione il film veniva riavvolto senza spegnere la lanterna del proiettore. Gli spettatori dell’epoca gridavano al miracolo.

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LUMIERE: demolition d'un mur (1896)

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