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Mi piace, non mi piace. In breve.


Ogni silenzio che viene dopo un suono mi piace.

Ma anche lo sguardo di un bambino mi piace.

Mi piace la domanda, la domanda senza risposta, la strada bianca in salita, ottobre, l’odore del pane sfornato, le foglie dopo la pioggia mi piacciono.

Mi piace quando non è per tutti…

…e anche quando ci sono tutti.

E le focaccine calde ai mirtilli mi piacciono.

Mi piace guardare la nebbia dalla finestra,

La finestra, i vecchi che passeggiano, i vecchi seduti, i vecchi mi piacciono.

Si, vecchi seduti alla finestra. E la mattina presto in città con la pioggia sottile mi piace.

Mi piace il silenzio, una gentilezza inaspettata mi piace.

Mi piace quando mi accordo di esserci.

Mi piace quando non so di esserci e osservare una persona sola che cammina.

Gennaio mi piace e un punto di domanda, una lieve malinconia, il senso di colpa preso a calci mi piace, un bel pretesto, il piatto unico, l’appuntamento disdetto.

Osservare una cosa…

…e poi chiudere gli occhi.

La nebbia di montagna mi piace. Rimandare a domani…

…e anticipare ad oggi mi piace. Dire questo e non quello mi piace.

Sorseggiare un caffè…

…Amaro…

…Si, mi piace…

E le parole giuste.

Uscire per entrare mi piace e quando non è mai la stessa cosa.

Mi piace la musica che non capisco…

…anche le parole che non capisco

Il necessario mi piace

e le immagini che non capisco.

Cominciare da zero. Mi piace un confini da oltrepassare, una cosa imperfetta,

guidare dopo la pioggia.

Guidare sotto la pioggia

L’ispirazione dell’ultimo secondo mi piace.

E il fuoco senza fumo mi piace ma anche guardare quello che non si vede mi piace.

Le porte e la paura. E l’idea della leggerezza mi piace. E i quadri storti.

Un poco di tutto mi piace.

Traslocare, un angolo della stanza, camminare con la testa china, scrivere appunti su foglietti di carta. E poi smarrirmi nella penombra…

In un angolo della stanza, si mi piace.

E poi…

…mi piace non accorgermi quando avviene.

Mi piace esserci quando avviene.

E il teatro vuoto mi piace, il palcoscenico di un teatro vuoto, sedere in platea di un teatro vuoto, le scatole, l’attesa prima di un concerto, prima che inizi un film, prima che inizi il giorno, prima che inizi qualunque cosa.

L’attesa mi piace.

Le pause giuste e pane con il formaggio mi piace.

Il l suono giusto mi piace e raccontare seriamente stupidaggini.

E poi…

…frugare in un libro di parole. Le parole tutte mi piacciono e…

E metterle in fila, scuoterle e farle parlare mi piace.

Accorgermi che ieri è stata una bella giornata mi piace.

L’emozione che non mi posso permettere mi piace.

E la notte, la mattina dopo, il giorno... si, mi piace.

Ogni giorno.

E domani?

Comunque mi piacerà.

Mi piacerà una regola fissa svitata dalla parete, fare shopping di buon gusto, seppellire gli errori e conservare un po’ di stupore per la vecchiaia.

Mi piacerà darmi un certo entusiasmo, non aspettarmi niente perché ho tutto, si questo mi piacerà. E pensare che quando non ci sarò forse potrò esserci ancora.

Mi piacerà pensare che domani è il giorno dopo oggi, e cioè ieri, perché oggi è domani.

O almeno, lo era, lo poteva essere o lo posso pensare. Questo mi piacerà, così che ieri può essere anche domani?

E anche oggi?

Certo

Dove?

In fondo a destra

Nella stanza accanto

Entra!

Rilassati.

Lasciati ascoltare.

Perché?

Che ti importa? Fallo: senza scopo, senza meta.

Qui?

Ora.

Stanza accanto.

Ogni giorno.

In fondo a destra.

Grazie

Dovere

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