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Pensiero comune, come un'idea.



L’idea… mi attrae.

L’idea mi intriga

L’idea mi accartoccia la mente e poi scende giù, giù nello stomaco.

E ancora più giù fino a…

Seducente.

E’ invitante l’idea.

Tutti ne hanno una, ma questa è la mia.

Zitto.

Ora mi sta seduta accanto.

E’ stupenda. Non ne ho mai avuto una come questa.

L’idea delle 10 e 45.

Il lembo dello scialle che lo adorna gli scivola dalle spalle e lei si appisola.

E’ un’dea stanca.

Lo raccolgo, lo scialle, e mi soffermo a guardarla.

E’ bella questa idea, e avvenente.

Io da qui non mi muovo. Mi siedo accanto.

Ho fame.

E’ ora di cena e lei sta ancora dormendo.

E’ già trascorso un mese e lei ancora dorme.

Vivo accanto ad un’ idea dormiente.

Questi sono i problemi.

Come diavolo faccio a traghettare questa idea sull’altra sponda? Al di la del ponte che collega l’immaginazione con la realtà?


Al di la del ponte.

Traghettare sull’altra sponda.

Oltre il ponte?

Si, nel luogo dove i conti non tornano in automatico, le emozioni viaggiano spesso accompagnate e la bellezza cambia sedia ogni mattina.

Un luogo dove i conti non tornano secondo logica.

Ma cos’è la logica?

Un luogo dove puoi stare seduto in mezzo ai tuoi pensieri anche per un giorno intero e permetterti di smarrire oggetto, soggetto, scopo, interesse, punto di vista, opinione, motivazione, contesto. A quale scopo?

Scopo? Cos’è uno scopo?

Questo luogo è come un libro che non leggi dall’inizio; e saltelli tra i capitoli scegliendo ciò che più ti intriga. Ti appisoli e ti sveglio verso sera ma non ricordi cos’è successo al mattino. Che fare?

Salti pagina, torni dietro al mattino prima.

Non ti piace? Salti pagina e ti siedi dentro il giorno seguente.

Ho deciso: da domani salterò pagina.

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