Oggi io non c’ero.

Oggi io non c’ero. E in questa assenza ho rilevato che la mia vita funziona meglio quando io non ci sono.
La mia vita è bella quando mi siedo a lato e guardo la gente mentre vive.
La mia vita è bella quando non la prendo sul serio e ci dipingo sopra dei segni a casaccio.
Con il rigore e la logica di un bambino.
E poi guardo che cosa ho fatto. Ci rido sopra perché non so che cosa ho fatto.
Ma l’ho fatto. E rido ancora perché qualcuno il mio dipinto lo vuole definire e catalogare, credo, per sentirsi maggiormente valorizzare. Già, ciò che può essere spiegato non fa paura; alla peggio rassicura.
La mia vita è più bella quando guardo le cose con il cuore perché lo sguardo non sa andare oltre.
La mia vita è più bella quando mi accorgo che le parole sono logore, sgualcite.
E non bastano.
Allora canto, suono, e così vedo molte più cose.
Scopro le cose giuste, le cose che verranno.
Già, quello che verrà, io so coglierlo (fischiando) con due o tre sonorità.